Intervista a Ivan Pilato
- Nome Cognome: Ivan Pilato
- Segni particolari: Originalità e prosa poetica
(Intervista edita nel Bimestrale Le Muse Marzo-Aprile 2021-Direttrice Maria Teresa Liuzzo-Vicedirettore Davide Borruto)
La “prosa in versi” estemporanea di Ivan Pilato
(a cura di Sabrina Santamaria)
Cenni biografici
Ivan Pilato è nato a Messina il 14 Marzo 1962. Sposato con Antonella Catania, un appassionato medico ortopedico, padre di tre Figli Deborah, Dario, Arianna e neo nonno della nipotina Zoe di due anni. Da subito si è impegnato in quella che è stata la sua più grande passione il mondo delle vendite. La sua verve è la predisposizione nei rapporti umani che lo porta a impegnarsi nel sociale. Alternando agli studi in Pedagogia la sua Professione ha scalato la vetta del Marketing diventandone nel suo settore un Leader assoluto inconfutato, non ad Honorem, ma con risultati e fatturati. Fondatore e titolare del marchio Ghost con punti vendita e una rete distributiva in tutta Italia e non solo. Fondatore e Dirigente Nazionale addetto alle pubbliche relazioni e risorse umane per un Movimento Politico e Culturale e nello stesso riversa adesso parte del suo impegno. Nutre molte passioni fra i quali poesia, pittura e canto, quest’ultima forma d’arte è una delle sue più recondite doti. Si potrebbe senza dubbio definirlo un uomo dai poliedrici interessi.
Precursore di una “prosa in versi” allegorica e simbolista
“Marinaio romantico e sensibile nel mare dell'umana esistenza” così ama definirsi il nostro eclettico autore Ivan Pilato. Un uomo dai molteplici risvolti: sociali, culturali e politici. Le sue idee non si cristallizzano in una stagnante filosofia, infatti la sua critica non si riverbera solo negli aspetti contenutistici del pensiero, ma le sue riflessioni, spesso nude e crude, approdano a un materialismo marxista del capitalismo finanziario del XXI secolo. Simbolista, talvolta romantico e metaforico, i suoi testi letterari appartengono a un nuovo genere letterario: la “prosa in versi”. Le sue missive non sono scevre, anche, da un allegorismo “semplesso”, intuitivo e ricercato. La disamina realista signoreggia nelle sue espressioni, l’autore e attivista politico Ivan Pilato si annovera tra i realisti ed è ben lungi dal pessimismo che potrebbe farci incorrere in una sorta di vittimismo malcelato. Egli è il fautore di un “grado zero” paretiano che si esplica nel “Fai tal cosa” situato e contestualizzato in un momento storico di attuale crisi ove la pandemia ha fatto riemergere il “male di vivere” montaliano quindi Ivan Pilato ci ricorda che la resilienza e la reattività giacciono dentro di noi e dobbiamo agire e, soprattutto, reagire.
Sabrina Santamaria
Intervista a Ivan Pilato
La sua vena letteraria lo rende uno scrittore di getto, da giovanissimo lo avrebbe mai immaginato?
La mia produzione è rapida ed estemporanea. Non sto a rimuginare sul foglio di carta. Attendo un cenno dalla quotidianità, da una nota musicale, da uno sguardo che si perde nei paesaggi, nei colori e profumi. La mia fonte principale di ispirazione resta sempre nella memoria del mio vissuto esistenziale. Da giovanissimo non ho avuto spazio per l’immaginazione, né il tempo di accorgermi di nulla. Sono stato travolto da alcune vicende come un precoce matrimonio, ero appena diciannovenne, che mi ha portato ad essere padre e marito inesperto. Non sono fuggito, ma non sono nemmeno riuscito a salvare il matrimonio naufragato irreversibilmente.
La sua dedizione letteraria lo ha reso un attivista politico?
La Politica per me significa amare il popolo che va governato e confortato con lealtà e senza diseguaglianze sociali di sorta alcuna. Mi piace la giustizia e la lealtà; sentimenti questi che trasudano ancora da pagine di poesia e racconti indimenticabili.
Il suo lessico potrebbe essere ricondotto allo stile espressivo di Bukowski. Si tratta di uno dei suoi mentori preferiti?
Mi lusingherebbe Bukowski. Non credo di essere romantico e dolcemente leggero. Mi ritrovo più in Pablo Neruda, nelle sue allegorie e similitudini e nella corrente artistico-culturale degli Impressionisti. Non disdegno i “Poeti maledetti” come Baudelaire o Verlaine. Se fossi musica, sarei uno struggente Blues con pochi accordi, ma buoni. Se fossi vino diverrei un corposo e fruttato "Primitivo di Manduria" lo stesso paese pugliese, natio del Cavaliere della Repubblica Italiana Giovanni De Santis, mio nonno e mentore.
I suoi componimenti in versi quali missive racchiudono?
La bontà non deve cedere a compromessi. La giustizia è indispensabile così come devono essere i valori universali affinché ci sia il rispetto tra le genti.
La famiglia? È difficile ammetterlo, però non bisogna aspettarsi nulla in quanto, spesso, è volubile e purtroppo potrebbe mostrarsi influenzabile, oserei esclamare “altari e ceneri”!
La vita è effimera! Vivetela attimo dopo attimo. Non siate vittime delle occasioni non colte. Ogni azioni potrebbe rivelarsi un inutile sacrificio.
L'amore? Come le farfalle è breve e intenso, non è duraturo.
(Intervista rilasciata dal Dottor Ivan Pilato a Sabrina Santamaria)
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