Sabrina Santamaria

 

Sfogliare le pagine dei sogni è accorgersi di esser vivi
allora sognare è vivere cioè abbracciar l’infinito.

Il superuomo satirico-grottesco: "Dio è in mutua. Posso aiutarti" di Domenico Garofalo

Nella società post-moderna le certezze che imperavano nel periodo della modernità si sono sfaldate. I nostri valori si sbriciolano e non resta niente di più di  lontani ricordi nei tempi passati quando da bambini recitavamo la preghiera a scuola e i crocifissi in aula costituivano parte integrante e imprescindibile  dello scenario scolastico italiano(a differenza di questi ultimi anni in cui di discuteva di “togliere i crocifissi dalle aule”). Lyotard, in quanto studioso dei fenomeni sociali, ha tante volte disquisito su questa imperante disgregazione dei valori come l’amore, la famiglia, la religione concentrando la sua riflessione sulla “fine delle grandi narrazioni”, la morte delle ideologie e il crollo dei valori che comportano la crisi esistenziale dell’uomo contemporaneo; su questi fattori socio-culturali hanno anche influito la globalizzazione, la glocalizzazione, il multiculturalismo e la multietnicità, in particolare, questi due ultimi aspetti ridanno un nuovo volto alla concezione teologica dell’uomo tanto è vero che in questi ultimi due decenni l’ecumenismo ha fatto breccia a livello internazionale. La fede in Dio può aiutare l’uomo contemporaneo? Anche in situazioni difficili come quelle che stiamo vivendo in questo complesso periodo storico? Oppure davvero Dio  è disimpegnato e anche Lui appare distante, ormai, distante da noi? Suscita molti interrogativi l’opera “Dio è in mutua. Posso aiutarti?”, appartiene a un genere letterario innovativo, in quanto non è poesia, ma narrativa, però, allo stesso tempo non è un romanzo e nemmeno una raccolta di racconti o novelle infatti è vengono messi insieme micro episodi che descrivono situazioni che tutti noi viviamo come una giornata lavorativa o la fila alla cassa del supermercato. L’autore prova in modo provocatorio e grottesco a sostituirsi a Dio e cerca di fare dei comici tentavi per tendere la mano ai lettori i quali, anche loro, patiscono questa “assenza” contemporanea di certezze ove le problematiche morali ed economiche aumentano in modo algoritmico ed esponenziale, quasi a macchia d’olio, direi. L’uomo del XXI secolo avverte lo spaesamento dell’Io giacché se i principi etico-morali in cui credevamo fermamente si sono “liquefatti” e disfatti allora l’essere umano su quale punto cardine dovrebbe concentrare il suo fulcro di credenze? Tuttavia sta emergendo il modello americano del self made man cioè ogni persona crede fermamente di essere imprenditrice della propria stessa vita, secondo questa convinzione ogni uomo o donna non deve assolutamente far leva sull’eterogeneità del corpo sociale quindi tutti appaiono autocentrati e appiattiti in una sorta di nichilismo del proprio esistere. Garofalo è uno scrittore ad ampio respiro che fonda la sua attività letteraria su diversi generi e stili, soprattutto cura molto la forma e i contenuti affrontano tematiche svariate e variegate affinché ogni suo libro possa essere originale e mai una “copia della copia” platonica. In “Dio è in mutua. Posso aiutarti?” il testo è denso di satira che funge, non solo da intrattenimento per i lettori, ma costituisce uno snodo riflessivo rilevante per coloro i quali si accingono a questa opera letteraria ovvero Domenico Garofalo è come se chiedesse ai suoi probabili interlocutori un “tacito” parere su questa presunta inoperatività del Padre Buono, ogni persona potrebbe rispondere con una sua verità secondo il suo vissuto e la sua esperienza: “Adesso siamo diventati atei, la religione è un fatto privato”, “Dio ancora agisce, però siamo noi che ci siamo allontanati da Lui”, “Dio non esiste! È la fantasia umana che vuole trovare una verità rivelata”, “Signore perdona l’autore che ha scritto questa eresia, il suo testo sia anatema!”; riguardo a questa ipotetica affermazione l’autore stesso potrebbe rispondere che nel testo è racchiusa una grande provocazione che egli nasconde tra le righe perché concentrandoci attentamente sulla narrazione ci accorgiamo che i suoi sono tentativi grotteschi, l’autore, in realtà, svela la pochezza dell’essere umano che si erge a esperto conoscitore di teorie indipendente e intraprendente dunque Garofalo getta un sasso e ritrae la mano quasi a volerci suggerire, siamo davvero capaci e autosufficienti per come crediamo di essere o è una presunzione che noi ostentiamo con baldanza e dimentichiamo la nostra fallacia nell’agire, in fondo siamo solo infinitesimi punti nell’universo e non siamo certo onnipotenti allora in vista di questa riflessione ci accorgiamo che non abbiamo la facoltà di fare le veci di Dio altrimenti diverremmo grotteschi, come nel caso dell’autore, ma egli è un filtro, uno specchio che ci restituisce l’immagine di noi stessi,  in molte circostanze senza renderci conto ci sopravvalutiamo sentendoci dei superuomini che sono giunti a riscrivere i valori; il nostro autore stuzzica e solletica i pensieri dell’immaginario collettivo avvalendosi del suo umorismo, di certo la comicità si cristallizza a livelli troppo superficiali, come, appunto,  Pirandello ribadiva nel suo saggio “L’umorismo” risalente al 1908, questo elemento narrativo(l’umorismo) dà sapidità all’ordito intessuto con ottimi artifici, per certi versi è come se egli riscrivesse in termini satirici il saggio nietzschiano “E così parlò Zarathustra” anche in questo celeberrimo testo filosofico Zarathustra discute sulla morte di Dio, il cristianesimo è la “religione dei deboli” e l’uomo deve evolversi  e divenire un oltre-uomo, un superuomo; ecco da questi assunti filosofici sono disseminati in “Dio è in mutua. Posso aiutarti?”, è l'esasperazione all'ennesima potenza di “Parole sporche”, in cui la voce narrante veste i panni di un post-moderno Zarathustra, egli è colui che sente di possedere la sicurezza in se stesso, indipendente e si prodiga, con un gesto di finto moralismo, di aiutare gli altri, forse implicitamente è un dare/chiedere il conforto altrui, trionferà in questa azzardata impresa o brancolerà nel buio? Al di là se il nostro eroe contemporaneo riesca nella sua missione egli, comunque, strapperà un sorriso o una risata ai suoi lettori e li renderà “pecore nere” guarendoli dal “qualunquismo”, un grave cancrena attuale che colpisce senza esclusione di colpi ossia il male comune che offusca la mente umana ottundendola. 
“Poi prendo il caffè, con poco zucchero, sempre schiumato, sorrido, e lascio le ciabatte, metto la cravatta, scendo in strada. Non ricordo mai dove ho parcheggiato l’auto.” (“Dio è in mutua. Posso aiutarti?” di Domenico Garofalo)
Sabrina Santamaria 
 

© Sabrina Santamaria 2020 - Sito Web realizzato da Antonio Ferriero