Sabrina Santamaria

 

Sfogliare le pagine dei sogni è accorgersi di esser vivi
allora sognare è vivere cioè abbracciar l’infinito.

Immergermi fra le onde sinuose della letteratura mi porta all’apice sublime del mio sentire. Dare spazio agli autori attraverso i miei articoli mi conduce a scrutare orizzonti ove il banale occhio umano delinea solo confini. I libri aprono le porte alle particelle invisibili della fantasia e della creatività…

Sabrina Santamaria

  • Home
  • Critica d'arte
  • Poesia "Piume di sogni" di Francesco Terrone("Quando finisce la luce",Guido Miano Editore, 2018)

Poesia "Piume di sogni" di Francesco Terrone("Quando finisce la luce",Guido Miano Editore, 2018)

"Le sette parole di Maria"(I.R.I.S edizioni) di Francesco Terrone

(Note critiche edite nel Bimestrale "Le Muse"- Direttrice Maria Teresa Liuzzo- Vicedirettore Davide Borruto)

Piume di sogni 
In una notte di dolore
ricordavo
gli angeli mietere il grano
mentre la luna dominava
i miei passi.
Le mie lacrime,
ultimo sorriso di dolore,
salutavano 
il cuore morente di mio padre,
un cuore
che non avrei più sentito battere
se non attraverso
piume di sogni tagliare la mia anima.
Francesco Terrone

 

 
 Il climax discendente del dolore in “Piume di sogni” di Francesco Terrone (a cura di Sabrina Santamaria)
I versi tessuti dal nostro Francesco Terrone racchiudono un anacronismo di aulico valore letterario infatti la leggerezza della piuma dona un senso di delicatezza al componimento “Piume di sogni”; il dolore per la perdita del padre appare rielaborato ai lettori. Il titolo ha una metonimia riscontrabile nella parola chiave “piuma” elemento tipico presente nelle ali degli angeli, quindi il nostro autore traccia nella sua opera l’allegoria angelica che  diviene simbolica nell’espressione: “piume di sogni tagliare la mia anima.”,  infatti la lama  tagliente del lutto è un climax  discendente e si trasforma in un elemento soffice come, appunto, la succitata piuma.  L’ossimoro “sorriso di dolore” insieme ai versi “ricordavo/ gli angeli mietere il grano”  sanciscono l’apertura dei cancelli eterni, luce divina che decreta l’inizio della  vita celeste che recherà riposo al padre.  Il battito del cuore, le ultime pulsazioni continueranno a giacere nell’anima del poeta il quale percepisce e materializza quell’ecatombe, ossia  quella morte imminente, ma la fede è un punto saldo ed evita la fossilizzazione interiore  del nostro Francesco Terrone;  le sue cicatrici attraverso la sua linfa  rigeneratrice sono sublimate e i lettori potranno disquisire su questo attimo che presagisce il sogno dell’eternità.
Nota critica di Sabrina Santamaria

 
 

Tags: Raccolte poetiche

© Sabrina Santamaria 2020 - Sito Web realizzato da Antonio Ferriero